Evoluzione della fórcola

Le prime fórcole

Immagine: Miracolo della reliquia della Croce al ponte di Rialto di Vittore Carpaccio, dettaglio

I costruttori di fórcole erano, e sono, gli stessi che costruiscono i remi: i remèri. Essi erano associati in corporazione dal 1307 e, come rivela il nome, erano importanti per la costruzione delle migliaia di remi necessari alla Serenissima più che per la costruzione delle fórcole.
Queste erano ricavate da scarti della lavorazione delle barche ed erano molto semplici: nel XVI sec. la fórcola era una tavola piatta con uno o due incavi semicircolari (morsi) dove appoggiare il remo.


Il XVII secolo

Immagine: Salvataggio miracoloso di Gerolamo Forabosco, dettaglio

Nel secolo successivo le fórcole, pur rimanendo piatte cominciano ad aumentare di spessore ed a piegarsi in avanti; i volumi permettono al remo di lavorare meglio e l’oggetto va assumendo sempre più forza scultorea.


Il XVIII secolo

Immagine: Il burchiello di Giandomenico Tiepolo

Nel XVIII sec. abbiamo la prima testimonianza della sanca: della forte curva che si sviluppa in profondità migliorando notevolmente la resa dei movimenti di manovra. La forma diventa particolarmente complessa e la tridimensionalità dello strumento fórcola le consente di diventare punto di giunzione tra le linee dello scafo e le necessità ergonomiche del vogatore.


Fórcola da regata

Immagine: Foto di Sergio Sutto

Oggi il punto d’appoggio del remo, il morso è posto nello spazio nel luogo più consono alla voga, prescindendo dalla forma dello scafo. Per migliorare la resa della spinta si approfitta della plasticità della fórcola per portare più all’esterno il morso aumentando il braccio di leva. L’evoluzione della tecnica di voga oggi richiede che i pesi siano spostati più a prua; quindi la fórcola da regata è tutta protesa in avanti.